Pepe Romero a Roma: foto

8 06 2008

Voglio condividere con voi le foto che ho fatto al concerto di questa sera (7 giugno 2008). Concerto bellissimo. Pepe Romero e Rafael Frühbeck de Burgos davvero eccezionali. In particolare da segnalare le esecuzioni del Nocturnos de Andalusia di Palomo, presente in sala e ritratto in una mia foto finale, e dell’impressionante Sombrero de tres picos di De Falla.

Concerto molto bello. Albeniz Suite española in trascrizione di Fruebeck de Burgos (solo orchestra), molto interessante soprattutto nella parte finale da Sevilla in poi. Anche Asturias, finalmente senza chitarra, è stata resa molto bene, con un senso di pericolo e di urgenza molto intenso.
Rodrigo Concierto de Aranjuez, per chitarra e orchestra è stato molto commovente, soprattutto nel bellissimo secondo movimento, che mi fa sempre piangere. La chitarra di Romero misurata ma intensa. Aranjuez per la chitarra rischia lo scontato, ma questa è una realizzazione cristallina e assolutamente benchmark.
Martínez-Palomo Nocturnos de Andalusia. La vera sorpresa del concerto. Autore in sala. Un concerto interessante, anche qui, il secondo movimento particolarmente intimo e denso ha costituito anche il bis di Romero e orchestra. Forse la scrittura è a tratti banale, ma ci sono passaggi efficaci, moderni e piacevoli.
De Falla El sombrero de tres picos, Suite 1 e 2 (solo orchestra), cosa dire? Basterebbe solo questo per giustificare il concerto.
Due parole su Pepe Romero, che avevo ascoltato già a Koblenz e in masterclass: un omino sorridente, modesto, generoso. Una persona seria che immediatamente raggiunge il pubblico, senza nessuna concessione teatrale ed extramusicale. Un uomo e un musicista esemplare che si emoziona quando un ammiratore gli porta un disco già autografato venti anni prima, quando ancora aveva i capelli in fronte come dice lui, e lo ri-autografa chiedendone in cambio una fotocopia della copertina. Un uomo che prima del concerto a Koblenz, io già seduta una mezz’oretta prima al mio posto in seconda fila, passa tranquillo e attraversa tutta la sala con una camicia hawaiana. Lo riconosco solo io, gli altri parlano e non lo notano. Mi guarda, sorride, e mette un dito davanti alla bocca e prosegue sorridente verso il camerino. Un uomo che vale la pena incontrare e ricordare. Il sorriso, la panciona, gli occhialetti che si aggiusta tra un pezzo e l’altro e il fazzoletto per asciugare il sudore. Ma soprattutto il sorriso, la risata e il sorriso ancora.

Ecco alcune mie foto e sotto uno slideshow di altre mie foto in bianco e nero.
Isabella

foto di Isabella Chiari (c) 2008